Thursday, July 12, 2007
Un mondo di bianco
Heather Mcgowan, Schooling
C'è un tale silenzio, qui.
Le lenzuola, le facce, sono bianche e ferme, come orologi.
Le voci si ritraggono e si appiattiscono.
Sylvia Plath, Tre donne
Tuesday, July 10, 2007
Le migliori menti?
Giovinastri sogghignanti in candida tenuta da cricket. Ci siamo diretti verso il vecchio laboratorio di scienze che era stato trasformato in una specie di ripostiglio per gli attrezzi. Abbiamo pulito la sudicia finestra quel poco da riuscire a sbirciare dentro. Le ho raccontato che Prep erano i compiti che si facevano in aula la sera, ogni classe i suoi, che Tuck erano leccornie per la ricreazione, mandate da casa o comperate in città, che avrebbe avuto un armadietto per i suoi pan di spagna arrotolati e il burro d’arachidi, che la scuola le avrebbe assegnato un numero di matricola e che gliel’avremmo cucito sull’uniforme, che Sides era il nome di certi temi assegnati per punizione che avrebbe fatto meglio a non meritarsi. Era importante aver chiari questi dettagli, nessuno dà spiegazioni ai nuovi e a fare domande ci si mostra indifesi. Le ho descritto l’autunno inglese, come gli alberi cambiano colore, come il sentiero che dalla collina scende in città diventa dorato come avrebbe giocato a tennis e a rounders, imparato a tenere in mano un violino – oh ti piacerà così tanto qui scricciolo figlia mia tesoro mio che fioritura avrai in mezzo alle migliori menti in Inghilterra.
Friday, June 29, 2007
Rosella Postorino recensisce Schooling su Rolling Stone
Wednesday, April 25, 2007
Schooling
Schooling ha segnato nel 2001 il debutto letterario della McGowan e si è conquistato l’attenzione della stampa americana per la sua prosa sperimentale e ossessiva, a momenti puntillista e sensoriale, e la sua finezza di osservazione psicologica.
Anni Ottanta: per la tredicenne Catrine, proveniente dal Maine e recente orfana di madre, il passaggio dalla prima adolescenza alla piena femminilità è reso più travagliato dal trovarsi precipitata in un collegio del sobborgo londinese di dubbio rango, lo stesso frequentato a suo tempo dal padre. Fra regole incomprensibili, cibo cattivo, paesaggi ostili, tempo inclemente, compagne e soprattutto compagni imperscrutabili, insegnanti caricaturali e flash-back repentini e lancinanti, la giovane americana, ribelle controvoglia, finisce col formare un vincolo laconico e scontroso con un altro apparente emarginato, Gilbert, professore di chimica e pittore in segreto. L’amicizia finisce per assumere però colori sinistri e ossessivi e Catrine si trova a dover imparare la lezione più importante della vita: venire a patti con la propria consapevolezza e con i limiti e le conseguenze dei suoi bisogni emotivi.
L'incipit
1
Mi pesava, portar via la piccola, mi pesava eccome. Con la madre appena morta, so bene come vanno queste cose perché anche mia madre è morta giovane, beh eccome se mi pesava. Cercavo di dire qualcosa in risposta ai silenzi che mi gettava addosso per tutto il viaggio fino a Chittock Leigh. Che bella giornata di giugno provavo a dire Calda vero Catrine Catrine, lei rispondeva ogni volta Sì papà. Ad un certo punto le ho proposto Giochiamo a Gambe e insegne. Proprio in quel momento siamo passati di fronte al CAVALLO&CALESSE. Guarda, scricciolo, sono già sei punti per me. Sei? ha detto, sei, hai mai visto un cavallo con sei zampe? Beh, ho detto io con pazienza, Può esistere un calesse senza conducente? Sì, quando è posteggiato, ha detto lei incupitasi e intenta a fissare le sue scarpe. Le ho indicato il pub successivo sul suo lato ma quando v’eravamo vicini ho visto che si chiamava LA CIPOLLA ALLEGRA. LA CIPOLLA ALLEGRA, che razza di pub è questo, ho detto, Cipolla pensa tu. Alla fine in un impeto di parole ha detto Forse quel tuo vecchio cocchiere ha perso una gamba in guerra. Sì ho detto io E per quanto ne sappiamo anche il suo ronzino saltellava su tre zampe ma ci sono cose che puoi dare per assodate per esempio che un oste sull’insegna voglia per emblema un uomo con tutti gli arti a posto e per un po’ abbiamo discusso se fossi un padre imbroglione o se semplicemente stavo facendo il padre. IL CERVO BIANCO è apparso sul suo lato Sei! lei ha gridato e io per poco non sono finito fuori strada. Sei ha ripetuto lei picchiando sui braccioli, sei per me. Mi sono messo a ridere, Chi è che bara adesso? scusa perché sei. Perché non c’è mai un cervo bianco senza un cacciatore che gli spara, papà, un cacciatore devi darlo per assodato. Insomma le ho lasciato i sei punti così che fossimo pari e non tenesse il broncio nel venire a vedere la sua nuova scuola. Eccola lì, nemmeno il tempo di accorgermene, che emergeva dalla foschia come un transatlantico.